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sabato 5 aprile 2008

Tutta la mia storia...Cap. 4

...Poi mi portano in una stanza con 6 letti, ma ci sono rimasta da sola finchè il giorno seguente,
di pomeriggio, è arrivata mia mamma.

Ero senz'acqua dal giorno prima e morivo dalla sete, perchè al Gaslini ti portano da mangiare,
ma non l'acqua.
Ero anche stravolta dal caldo che accentuava la malattia.
Quando mia mamma entra in quella stanza e mi trova così stravolta, non ho neanche il tempo di guardarla che si affretta subito a tirare fuori dalla borsa frigo, dell'acqua freschissima.
A piccoli sorsi bevo quell'acqua che mi sembrava un sogno caduto dal cielo.
Poi attaca anche un ventilatore che avevamo comprato un pò di anni indietro.

Queste due piccole cose, mi facevano stare un bricciolo meglio anche se,
incominciavano a spuntare qua e la' delle bolle su tutto il corpo.

Quello stesso giorno, oltre a mia mamma una persona inaspettata fa capolino;
Era la dottoressa che anni prima, avevo avuto modo di conoscere in merito ad un ciclo di psicoterapie, alle quali mi ero sottoposta.
Devo dire che anche quello è stata come una manna dal cielo perchè, oltre a darmi un suppoto psicologico notevole, mi è stata vicina e di aiuto, sopratutto, anche nel quotidiano.
Veniva tutti i giorni in ospedale da me, benchè abbia una settantina di pazienti.
E non scorderò mai che mi portava sempre due gelati perchè diceva:

"Ti meriti ben due gelati per tutto quello che stai soffrendo e non uno!"

In certi momenti pensavo, da quanto soffrivo, di buttarmi dalla finestra ma poi non l'ho fatto pensando che avrei fatto stare ancora più male le persone che avevo vicino e che poi forse,
anche il bimbo che portavo in grembo, non sarebbe stato molto contento della mia decisione.

Il giorno dopo arriva il fax del S.Martino, con i risultati della mia biopsia e delle analisi:
"Diagnosi: HERPES GESTATIONIS, malattia autoimmune rara, che insorge, di solito nella seconda gravidanza,che può presentare bolle intorno all'ombelico e si risolve con il parto."

Nel mio caso, invece, avevo bolle su tutto il corpo, in testa, sulle gambe, sulle braccia,
comprese le ascielle, anche sotto i piedi, in bocca, nel naso, in faccia, nella pancia, sul seno, nei genitali oddio e poi non posso pensare a come erano ridotte le mie mani.
Sentivo tutto il corpo tirare, bruciare e prudere.
E poi il dolore era lancinante...
Il Prof. Drago detto' la terapia ai ginecologi del Gaslini,
che consisteva nel farmi assumere una grande varieta' di farmaci.
In primis il Cortisone, un protettore per lo stomaco, antistaminici, che sinceramente non mi facevano passare il prurito, ansiolitici e poi strada facendo si aggiunsero il Malox, il Buscopan per la colica ai reni che mi colpì una notte e creme antibiotiche da applicare sul corpo, insieme ad un unguento all'olio canforato e di mandorla, che hanno prepararono  solo per me, nella farmacia del Gaslini...
I giorni trascorrevano scanditi a ritmi sempre uguali, sveglia delle infermiere per misurare la temperatura corporia alle 5,30 della mattina (tanto ero gia' sveglia perchè non dormivo niente) ,
alle 8 cambio delle lenzuola e colazione, alle 8.30 circa, giro di visite da parte di tutto lo staff medico con il Primario, i ginecologi, le infermiere e la capo sala, alle 9 pulizia della stanza e consegna della terapia farmacologica, alle 9.30 ascolto del battito del bambino, poi provavo a dormire finchè non arrivava il pranzo (ottimo per fortuna).

Poi il pomeriggio veniva mia mamma con Ernesto, la psicologa, a turno le mie amiche del cuore, mia cugina Roberta e poi Lorenzo...
Ma un giorno che stavo male male perchè il cortisone non bastava al dosaggio che mi somministravano, vedo arrivare mia madre e mio padre insieme.

Si erano incontrati nei corridoi dell'ospedale, mentre, tutti e due, stavano venendo da me.
Premesso che i miei si sono separati quando avevo 4 anni e da allora i loro rapporti non sono stati buoni, a stento si parlavano, si sedettero tutti e 2 accanto a me e ad un certo punto mia mamma, la più ostile dei due, appoggia una mano sulla spalla di mio padre, dicendogli che il passato è passato, ora non serve avere dei rancori, bisogna che stiamo vicini a Francesca e basta.

A quel punto penso di essere proprio tra la vita e la morte a sentire pronunciare quelle parole.
Allora incomincio a pensare seriamente che davvero qualcosa di grave mi stesse succedendo e chiedo spiegazioni in merito ai miei genitori.
Loro mi rassicurano, ma io sentivo che non potevo stare tranquilla per il mio stato di salute...