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mercoledì 2 aprile 2008

Tutta la mia storia...Cap.3

Poi finalmente mi addormento per un ora e mi risveglio con una voglia matta di farmi una doccia.
Non so come, ma mi alzo e cerco piano piano di andare in bagno.
A quel punto mia mamma si sveglia e mi guarda, non dice una parola, io contraccambio lo sguardo, (anche perché non riuscivo a parlare) e con gli occhi lucidi dal pianto mi dice:
cosa fai?
Vuoi farti la doccia vero?
Mi aveva letto nel pensiero...meno male!
Così mi ha aiutata a farmi la doccia e per un attimo, dentro a quella vasca, mi è sembrato di rinascere.
L'acqua fredda scorreva sul mio corpo e sono sicura che, da quanto ero accaldata, quando scivolava giù dalle condutture, si trasformava in calda.
Poi mi ributto a letto e rimango ferma lì impalata ad aspettare che la sveglia suoni alle 6 per andare al S. Martino.
Venerdì mattina, sostenuta a braccia da Ernesto (il compagno di mia mamma) e da mia mamma, andiamo verso l'ospedale per fare gli esami.
Quando arrivo mi devo sdraiare sulla panca in sala d'attesa perché sono già stremata.
Mi fanno entrare subito dopo avermi vista.
Mi ricordo ancora che mentre mi facevano il prelievo e la biopsia,
piangevo come non ho fatto mai nella mia vita.
Non riuscivo a darmi pace per tutto quello che mi stava capitando.
Ero sdraiata su quel lettino, mezza morta, l'ago che si conficcava nella mia pelle, lo sguardo dei mie, la carezza del Professore, il bisturi che mi tagliava la pelle...
Stavo per svenire, non riuscivo a sopportare un pizzicotto, figuriamoci tutto questo.
Dopo mezz'ora di agonia, sono fuori dalla Clinica.
Ritorno a casa per rimanerci fino a domenica perché la mattina di quel giorno, non riuscivo più a sopportare il dolore e il prurito.
C'era da impazzire!
Viene una amica di mia mamma ostetrica, molto brava, mi ascolta il battito del bambino con uno strano strumento e dopo avermi detto che si sentiva il suo cuore battere ancora,
ho di nuovo incominciato a piangere.
Mi propone il ricovero al Gaslini...e alle cinque del pomeriggio del 9 luglio 2006, accompagnata questa volta, mi reco nel reparto di Ostetricia.
Entro, le infermiere mi guardano e quella con i capelli neri a spazzola mi dice:
"Oddio figlia mia, ti sei ustionata le gambe!?"
Io rispondo di no con un cenno del capo e mi mettono subito sulla barella inerme.
Chissà cosa ho risposto alle domande del Dr. che mi ha fatto il ricovero, ero su un altro pianeta dal dolore.

Tutta la mia storia...Cap.2

...Poi mi portano nel reparto per ricoverarmi e devo dire che avevo una camera "fantastica"
se così si può definire.
Era nuova, pulita, avevo il mio bagno personale, aria condizionata e soprattuto ero da sola.
Forse perché, non sapendo cosa diavolo avevo, hanno preferito isolarmi.
La sera c'era un'altra partita dell'Italia, ma non chiedetemi quale, perché non ricordo...
Il mattino seguente mi praticano la biopsia, che consiste nel tagliarti un pezzo di pelle.
Mi ricordo ancora però, le parole del chirurgo:
"Signorina non si preoccupi, non le farò male, le darò solo due punti che non si vedranno neanche".
Invece guardate che segno mi è rimasto. Per giunta nel braccio...
Mercoledì mattina mi dimettono dall'ospedale perché secondo loro era normale mandare a casa una donna incinta ridotta com'ero, anche senza sapere che cosa avevo.
Mi dissero anche che bisognava aspettare QUINDICI GIORNI per avere il risultato della biopsia.

Vado a casa di mia mamma perché non riesco quasi a muovermi e perché avevo bisogno di assistenza continua.
La sera mio marito chiama il mio ginecologo (Dr.Meus) che scocciato della telefonata le dice:
"Non c'è niente da fare, fateli prendere ancora degli antistaminici e poi finché non c'è il risultato delle analisi, non ci si può muovere in nessuna direzione".
Di notte sto malissimo e giovedì mattina mia mamma chiama mia zia e le chiede se conosce qualche dermatologo bravo che privatamente fosse venuto a visitarmi.
Il pomeriggio si presenta il Prof. Drago della Clinica Dermatologica del S. Martino, un luminare nel campo della dermatologia che con una lampada speciale mi osserva tutto il corpo e mi dice che quasi sicuramente ho l' "Herpes Gestationis", una malattia autoimmune rara, specifica della gravidanza della quale non si conoscono le cause.
Viene trattata con il cortisone, come tutte le patologie che colpiscono la pelle.
Incomincio a pormi un sacco di domande tipo:
Ma da dove cavolo viene questa malattia?
Oppure:
Ci saranno cure?
E il mio bambino starà bene?
Avevo un nodo in gola, fino a quel momento non sapevo neanche che esistevano le MALATTIE RARE e ho dovuto scoprirlo in uno dei momenti più delicati della mi vita, la gravidanza.
Il Prof. mi prescrive già il cortisone e mi dice che se la notte fossi stata male, potevo prenderlo tranquillamente, avrebbe attenuato il prurito, il bruciore e il dolore che avevo.
Poi mi consiglia di non aspettare i 15 giorni per sapere l'esito della biopsia e mi chiese di fare uno sforzo per il giorno seguente, recarmi in Clinica da lui, per effettuare un'altra biopsia ed esami specifici.
Addirittura chiama il laboratorio analisi e chiede gentilmente di avere tutti i risultati per il lunedì.
Accetto, anche se pensavo a come sarei riuscita ad andare, i miei problemi motori incominciavano a svegliarsi, non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto per andare in bagno.
Puntualmente di notte incomincio a non sapere dove stare dal male, le gambe sono così gonfie che, il primo tentativo di alzarmi fallisce, mi gira la testa, non sto in piedi e poi mia mamma ha uno specchio davanti alla camera, appena mi vedo ridotta così male,
rischio di svenire.
Per fortuna che intorno alle nove di sera, Lorenzo era andato dal mio medico di base per farsi fare la ricetta del cortisone.
Così è corso nella farmacia di C. Europa a prenderlo.
Chiamiamo anche la guardia medica perché pensavo che dal dolore, non avrei passato la notte.
Mi sentivo morire, una sensazione che non avevo mai provato,  indescrivibile..
non riuscivo più a parlare, mi sentivo come paralizzata dal dolore.
Arriva la guardia medica che mi guarda e non dice più di tanto.
Prendo il cortisone e provo a dormire...
ma niente da fare, non se ne parla proprio!!!
Come si può dormire stando tra la vita e la morte?
Intanto le notti senza dormire incominciano ad aumentare e io mi sento sempre più stanca...