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mercoledì 9 aprile 2008

Tutta la mia storia...Cap. 5


E puntualmente,
il dermatologo aveva detto ai miei parenti stretti,
visto il mio stato di salute,
che avrei anche potuto perdere il bimbo,
oppure sarebbe potuto nascere con qualche problema.
Lasciò a loro la decisione di dirmelo o no,
e loro scelsero di non parlarmene assolutamente,
visto che ero già in croce nel letto di un ospedale.
Ma io avevo la sensazione che appunto qualcosa stavo rischiando..
anzi mi arrabbiavo quando qualcuno mi portava in regalo vestiti per il mio bambino perché avevo timore che non li avrebbe mai usati.

Difatti, poi, vietai a tutti di portarmi regali del genere.
Mi ricordo un giorno però che Lorenzo mi regalò, infrangendo la regola,
una tutina di cotone della Samp.
Mi sembrava enorme e ogni tanto la guardavo e mi chiedevo se un giorno,
avrei potuto metterla a mio figlio.
Quel giorno arrivò!
Eccolo nella foto con la tutina...
E ancora, ricordo con affetto, un'infermiera, quella notte che fece delle babbucce rosse a maglia per Fili.
Quando me le consegnò però, non ebbi il coraggio di non accettarle, ma dissi a mia mamma
di portarsele a casa perché non riuscivo neanche a vederle.
Nel dicembre 2005, io e mio marito, avevamo firmato il compromesso di acquisto della casa e fissammo la data del rogito per martedì 29 agosto 2006,
senza sapere che in quella data sarei stata in ospedale.
Mi ricordo ancora quel giorno che ho firmato per uscire dall'ospedale per andare in banca
e per recarmi dal notaio .
C'era un caldo tremendo e anche se avrei potuto far venire il notaio e il direttore di banca in ospedale, ho voluto fare di testa mia.
E pensare che volevo restare al lavoro fino ad ottobre e dedicare a novembre e a dicembre il
tempo per arredare la casa nuova...
Invece non andò per niente cosi'...
Poi arrivò il giorno in cui mi dissero il sesso del bimbo...
Era maschio!
Quello che avevo sempre desiderato.
Ero felicissima!
Così incominciammo a pensare al nome, sempre con molta paura del futuro che sarebbe stato...
A me piaceva Gilberto, Gianluca e Filippo.
Chiesi a Lorenzo se gli piacessero e mi bocciò i primi due.
Così dissi:
"Allora lo chiamiamo Filippo?"
E lui mi rispose in modo affermativo.
A fine luglio provarono a dimettermi dall'ospedale per la prima volta.
Tornai nella prima casa che avevo preso con Lorenzo.
Mio marito e il cane, fino a quel momento si erano trasferiti dai miei suoceri.
Trovai solo Lorenzo perché avevo moltissimi rischi di contrarre infezioni e quindi il cane non poteva stare a casa da noi.
Mi dispiaceva tantissimo perché Berto non è un cane, secondo me è meglio di certi umani.
Passavo le giornate a letto o a cercare qualche notizia su internet in merito a questa malattia.
Non c'era niente!
Mi ricordo che scrivevo con l'unico dito meno conciato male degli altri,
facendo una smorfia di dolore, ogni volta che pigiavo un tasto.
Due anni fa' invano si potevano trovare notizie.
Ora la cosa è leggermente modificata.
Le giornate passavano comunque come all'ospedale, con la differenza di alcune cose.
Era mia mamma che faceva tutto in casa per aiutarmi e che cucinava, perché non potevo stare vicino a fonti di calore.
Poi arrivo' il sabato sera e mio marito mi chiese se volevo uscire.
Sbalordita, risposi:
"Secondo te dove posso andare ridotta così!?"
E lui:
"Devi reagire, uscire, distrarti!"
E io:
"Uscire e distrarmi? Ma come puoi pensare a cose del genere???"
Lui la pensa ancora così, io non sono dello stesso parere e quel sabato restai a casa,
ovviamente, anche se sarei uscita molto volentieri.
Di sicuro non era un divertimento, rinunciare a vivere, per una persona come me, che era
sempre in movimento...


2 commenti:

  1. k bella la foto di fili!!!ci voleva il lieto fine dopo una brutta storia..cmq nn mi devi ringraziare..mi ha fatto molto piacere massaggiarti sapevo k ti dava 1 minimo di sollievo..hai fatto benissimo a creare questo sito e io ti starò vicina come sempre..tvb!!!!

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  2. ciao fra.. chissà se ci sono riuscita ?ciao zia sandra

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